Marco Andreani

Digital Strategist

Marco Andreani

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Il Personal Branding è roba vecchia.

marco - 04/04/2016

Qualche giorno fa mi è passato sott’occhio, in rete ovviamente, lo splendido dipinto Las Meninas di Velázquez, e d’impulso ho pensato:

guarda come lavorava bene sulla sua reputazione il buon Velázquez.

Qualche breve nota di contesto. Velázquez fu il pittore più importante alla corte di Re Filippo IV di Spagna, dove entrò nel 1624. Las Meninas è considerato il suo capolavoro, un grande dipinto a olio realizzato nel 1656.

La prospettiva e il gioco di sguardi con l’osservatore è piuttosto complesso. Per chi avesse voglia di approfondire l’argomento, riporto un link di alla fine di questo post.

In questo contesto vi basti sapere che il tizio che ci osserva, intento a dipingere sulla sinistra della composizione, è lo stesso Velázquez.

Le interpretazioni si sprecano e alcuni arrivano a sostenere che vi sia un’ulteriore firma del pittore nella forma a V creata dal braccio destro di José Nieto Velazquez (omonimo del pittore), maresciallo di palazzo che compare rappresentato nel vano della porta alle spalle della scena. Se non ricordo male il braccio del maresciallo rappresenta anche il punto di fuga prospettico del dipinto.

Dove voglio arrivare?

Ma ai giorni nostri ovviamente! Ricordando sempre che

solo molto raramente si riesce a inventare qualcosa di nuovo

e, per quanto mi riguarda, si tratta di un dato da tenere sempre ben presente.

Quello che faceva egregiamente e consapevolmente Velázquez a metà del ‘600 oggi si chiamerebbe Personal Branding

e Velázquez al tempo sarebbe stato una sorta di Influencer nel suo settore.
Il vantaggio per noi è che oggi, per fare Personal Branding, abbiamo molti più strumenti a disposizione, la rete in primis.

Allo scopo possiamo infatti munirci di un sito, di un blog, possiamo scegliere il canale social che più ci rappresenta e piantarvi i semi della nostra reputazione,

raccontando noi stessi sia dal punto di vista professionale sia da quello personale (con i dovuti limiti del caso).

Possiamo raggiungere un discreto numero di persone rimanendo comodamente seduti di fronte al nostro pc o inesorabilmente chini sui nostri smartphone.

Sempre nella consapevolezza che una reputazione non si costruisce in “quattro e quattr’otto” ma si tratta sempre di un obiettivo a lungo, a volte lunghissimo, termine.

E ora, per dare un senso pratico a questo post, qualche dritta per fare Personal Branding ai giorni nostri.

Consigli in pillole

  • scegliete i canali in funzione del vostro target e solo quelli che siete, presumibilmente, in grado di seguire
  • aprite un blog (che suona sempre più vecchio ma ancora funziona) solo se avete argomenti e possedete la costanza di seguirlo e aggiornarlo nel tempo
  • partecipate alle discussioni per un autentico spirito di condivisione e dialogo
  • date consigli gratuiti sul vostro settore
  • abbiate il coraggio di chiudere i canali che non potete mantenere o ridefinire le vostre strategie se cambiano gli scenari e i contesti
  • tenetevi sempre un collettore unico (il vostro blog ad esempio) per i contenuti di maggior pregio e rilevanza; qualcosa di vostra proprietà e che non sia un servizio esterno che “oggi c’è, domani chissà”
  • imparate a guardare lontano, nel brevissimo e breve periodo nulla esiste di consolidato
  • studiate e tenetevi aggiornati, l’influencer è quello sempre un passo avanti, se non in reale competenza almeno in formazione
  • imparate dagli altri e criticate con cognizione di causa; sparare a zero serve solo a rendervi odiosi, e ricordate che arrogante non fa figo e che esprimere le proprie idee con convinzione non significa urlare
  • abbiate cura dei vostri ambienti e aggiornateli anche dal punto di vista estetico (nulla è più triste di un Hello, word!)
  • rimanete focalizzati sul vostro pubblico, perché noto con rammarico che molti Influencer, nel tempo, tendono a dare sempre meno consigli utili agli utenti e sempre più parerti personali che non forniscono alcun vantaggio ma si posizionano al livello della chiacchiera, se non addirittura del pettegolezzo
  • impostatevi degli alert sulle news riguardanti il vostro settore per restare costantemente “sul pezzo”
  • verificate sempre le fonti, anche a costo di arrivare tardi su un aggiornamento importante
  • raccogliete indirizzi email, con tutti i crismi del caso legati alla Privacy e alla raccolta anagrafiche
  • pianificate e programmate la pubblicazione e la condivisione dei vostri contenuti e analizzate le statistiche di visualizzazione e lettura dei post

Cosa non fare (in nessun caso)

  • testate tutti i Social di questa terra ma non apriteli solo perché “dovete” o perché ci sono i vostri concorrenti o perché il mercato vi dice che questo mese va moltissimo Instagram o Snapchat
  • non spammate, si tratta di reputazione, non di martellamento
  • non siate gelosi, gli orticelli tendono a inaridire rapidamente
  • non cercate di apparire diversi da quello che siete e, se non lo siete naturalmente, state lontani dal crearvi un “Personaggio a tutti i costi”
  • non diventate antipatici, l’onnipotenza fa brutti scherzi
  • non siate approssimativi; molta visibilità significa molte richieste che però non devono significare risposte frettolose

las-meninas

Per i puristi della storia dell’arte o dell’antropologia culturale ci tengo a precisare che Las Meninas è un esempio che conosco e che mi piace, ma non rappresenta certamente il primo caso di Personal Branding nella storia dell’uomo. Per quello non saprei davvero da dove cominciare…

PS: la presente lista di consigli e di cose da non fare in ottica di Personal Branding non vuole essere definitiva. Se a qualcuno viene in mente altro, suggerisca pure.

Link di approfondimento

http://www.lettere.unimi.it/Spazio_Filosofico/leparole/meninas.htm

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