Marco Andreani

Digital Strategist

Marco Andreani

Digital Strategist

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Beato chi s’affida

affidarsi

Ragionavo sulla cifra fondante del Consulente, sia esso digitale o appartenente a qualsiasi altro settore professionale.

Il Consulente, per sua natura, offre una prestazione, anche intellettuale, volta a fornire consigli, soluzioni, opportunità, strumenti, etc, al cliente che vi si affida, allo scopo di raggiungere un prefissato obiettivo marketing o commerciale.

Molto bene… sulla carta e negli intenti!

Ma quante sono le aziende che davvero si affidano a un consulente, mettendosi letteralmente “nelle sue mani” per quanto riguarda gli aspetti relativi alla loro collaborazione?

Davvero poche credo.

Molte di più, soprattutto in ambito digitale, sono le realtà che vanificano, più o meno consapevolmente, l’operato del consulente,

introducendo costantemente elementi di disturbo quali influenze esterne, opinioni personali, gusti, “sentito dire”, “ma però…”, diktat, eccezioni alle regole, deviazioni di percorso, etc.

Non dico sia facile, non lo è per nulla, e da un lato affidarsi a un consulente è un vero e proprio atto di fede, perché se hai puntato sul cavallo giusto lo capisci solo a fine gara.

Quello che voglio dire è che, anche se non è facile, è fondamentale affidarsi. Diversamente non è un consulente quello che serve, bensì un operativo, un fornitore attendo e diligente che non si prende alcuna responsabilità in caso di non raggiungimento degli obiettivi.

Rivolgo questo appello alle aziende sensibili al tema: scegliete con cura, informatevi, collaborate, raccogliete informazioni, verificate, fatevi consigliare, testate su piccola scala, identificate insieme obiettivi e strategie, ma

quando alla fine scegliete il consulente più adatto alle vostre esigenze, affidatevi completamente a lui.

… e, se avete voglia, condividete la vostra esperienza, che siate aziende o che siate consulenti.

Campagna di sensibilizzazione digitale

campagna-digitale

Sono convinto che sia necessaria una campagna per la sensibilizzazione nei confronti delle professioni digitali. E il target non può che essere il cliente, potenziale o acquisito.

Troppo spesso mi trovo a dover raccontare, spiegare, dimostrare, giustificare un lavoro che per la maggior parte delle persone rappresenta poco più di un passatempo da smanettoni.

Troppo spesso mi capita di dover “convincere” il mio interlocutore, giustamente privo della base necessaria a poter anche solo affrontare una discussione sul tema. Il digitale, sviluppo, marketing, analytics, social, etc, appare come “tutto e niente”, e

una tale mancanza di definizione e di confini apre le porte a dubbi, interpretazioni, campane, opinioni di ogni genere.

Ecco perché mi trovo sovente a domandarmi cosa fa di un professionista web un bravo professionista web. La risposta penso che risieda prima di tutto nella

capacità di far percepire al cliente il valore del proprio operato.

In questo senso il concetto di dimostrazione è fondamentale. Il digital necessità di dimostrazione, di obiettivi da misurare, di numeri da analizzare, di incrementi di fatturato o di reputazione o percezione di un brand, prodotto o servizio. Ma, lato azienda che acquista un servizio o un prodotto digitale, per fare tutto questo serve affidarsi a qualcuno, crederci, investirci.

La miopia è bandita. Se non vedi oltre il tuo naso non pensare al digitale, fai altro.

Facendo un esempio concreto non serve che mi dimostri che una Ferrari è in grado di fare i 300 all’ora, lo so per certo, per conoscenza, per cultura, per sensibilizzazione. Come so che se vado da un avvocato mi chiederà dei soldi per le lettere che sa e dovrà scrivere.

Ma come fa un avvocato a chiedere e ottenere un compenso per scrivere una semplice lettera? Semplice, perché l’avvocato è una professione nota, conosciuta, radicata, storicizzata, istituzionalizzata,

Il professionista digitale, invece, è come l’alieno sceso sulla terra a vendere un frutto ignoto,

un vero e proprio neonato nel mondo delle professioni e per questo ancora poco conosciuto, per nulla definito, male identificato e pertanto non del tutto assimilato dal mercato.

Ecco perché si rende necessario sensibilizzare il grande pubblico e fare cultura sulle professioni digitali.

Per poter assegnare il giusto valore alle azioni e alle singole figure professionali.

Così che ci si allinei al venditore di frutta. Quello che possiede la merce migliora e la sa vendere avrà più clienti di quello con la frutta marcia e l’aria da stronzo supponente. E almeno sappiamo che di frutta stiamo parlando e che frutta stiamo acquistando.