Marco Andreani

Digital Strategist

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La terribile logica dei voti nel mondo digitale

marco - 18/04/2016

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Quando iniziai, nel 2008, a scrivere post su enotecaletteraria.it davo i voti ai vini che degustavo.

Ero un semplice lettore, lo sono ancora, e un (neo al tempo) assaggiatore ONAV, e sono ancora anche questo, con qualche bottiglia in più sulle spalle.

Avreste fatto bene a flagellarmi.

Per fortuna compresi subito che non ero (e non sono nemmeno oggi) nessuno per poter dare un voto o un punteggio a un vino.

La logica dei voti è di per sé agghiacciante, anche quando applicata da persone davvero competenti in un settore,

figuriamoci da individui “qualunque”. Oggi vedo con rammarico che il cancro dei punteggi c’è ancora, e tende ad allargarsi, favorito dalle nuove possibilità di espressione donateci dalla rete (Alleluia!).

Leggo quotidianamente post di individui che danno voti a vini, ristoranti, alberghi, e chi più ne ha…

senza aver alcun titolo per farlo, al grido dell’inutile e imbarazzante opinione o gusto personali.

Quello che vorrei dire a queste persone, soprattutto se hanno il privilegio di possedere un minimo di seguito, in rete come altrove, è di avere maggiore responsabilità verso chi li legge, considerato soprattutto che

l’opinione senza conoscenza, sostanza o specializzazione è e rimane materia da bar.

La critica è morta? Non lo so, di certo non è mai stata particolarmente simpatica o vicina al grande pubblico. Detto questo la critica “istituzionale” non è vangelo ma nemmeno è da condannare a tutti i costi.

Dietro una critica c’è sempre un uomo, con i suoi gusti, la sua personalità. L’unico vantaggio per chi legge, e deve farlo a sua volta con spirito critico e curioso, è che il critico di mestiere possiede gli strumenti per decifrare, meglio di altri, la materia della propria osservazione.

Dovrebbe quindi essere più autorevole del proprio lettore, in quanto dedica la parte fondamentale della sua esistenza all’oggetto delle sue analisi.

Mica cotica! Poi compito del lettore masticare e sputare a dovere…

Ogni volta che mi trovo davanti a una recensione affrettata, a un voto, a un punteggio dato da appassionati senza arte né parte, iniziano a prudermi i polpastrelli.

Vorrei poter salvare il lettore da questo flagello, dall’immenso pericolo generato dal qualunquismo, dalla banalizzazione, dall’inadeguatezza di un giudizio che può arrivare a influenzare quando non dovrebbe assolutamente farlo.

Alimentare la piramide dell’ignoranza è peccato capitale, ricordatelo.

Poi mi viene in mente la sequenza di “quel film”, apro Youtube e sorrido. Ogni volta immagino di sostituire la parola “cinema” con “digitale”, ma questa è un’altra storia…

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